Teatro romano minore di Pola - piano di guida
Sulla posizione numero 1 (indicata nella planimetria del teatro) si fornisce una breve introduzione alla storia delle indagini condotte nel Teatro romano minore e ai suoi principali elementi architettonici.
Il Teatro romano minore è ubicato sulla pendice orientale dell’odierna collinetta della città, sul posto che nell’antica Pola faceva parte della struttura della Città superiore (Pars superior coloniae), sito dentro il perimetro delle mura difensive. Le prime strutture edificate del Teatro romano minore sono state evidenziate già negli anni quaranta del XIX secolo. Si tratta dell'entrata settentrionale all’area spettatori del teatro, che oggi ci è ben conosciuta. In quell’epoca, però, si credeva che le strutture visibili di due archi, i muri e la scalinata appartenessero al complesso dell’entrata che portava all’acropoli. Così riteneva G. Carrara nel 1845 in base alle sue indagini diagnostiche svolte nella zona dei reperti delle suddette strutture antiche. Le indagini successive della zona hanno avuto luogo nel 1903 a seguito di una descrizione delle scoperte, data da un conservatore di Vienna, A. Gnirs, che menzionava due porte arcate. Gnirs allora giunse a una conclusione erronea indicando che si trattava dell’entrata che portava fino alla cima della collina ove, secondo lui, si trovava il Capitolium della colonia. Durante le indagini ripetute nel 1911, quando, tra l’altro, furono scoperti i muri di fondazione di una parte dell’edificio scenico, si diede conto che le strutture edificate appena scoperte e l’entrata settentrionale all’area spettatori appartenevano a un teatro romano.
Le attività di indagini nella località del teatro sono state svolte pure tra i due conflitti mondiali, sotto la direzione dei dipendenti della Soprintendenza di Trieste, ovvero, Bruna Tamaro Forlati, nel 1927, l'ingegnere Brass, dal 1932 al 1933, Atilio Degrassi, fino al 1934 e di nuovo Bruna Tamaro Forlati ed Attilio Degrassi nel 1935., in collaborazione con l’operatore museale Renato Grimani. Nuove indagini sono state effettuate da Mario Mirabella Roberti nel 1939. Nel periodo dal 1940 al 1949 sono stati svolti dei lavori minori di indagine e ricostruzione.
Nel corso delle indagini condotte duranti quegli anni sono stati scoperti molti elementi costruttivi del teatro romano, i quali hanno portato alla creazione della prima planimetria che includeva sia le strutture edificate scoperte sia anche quelle supposte di questo fabbricato monumentale.
Nei periodi posteriori, gli interventi di maggior importanza sono stati eseguiti dal 1960 al 1973 sotto la supervisione professionale di Š. Mlakar. Fu in quell’epoca che si procedette alla ricostruzione e alla conservazione di alcuni muri della sottostruttura dell’area spettatori, delle pareti occidentali del parodo settentrionale e meridionale, e del muro perimetrale settentrionale della suddetta area. Sono anche stati puliti e ricostruiti l’orchestra e i canali di drenaggio delle acque meteoriche. Si è provveduto a una pulizia completa dell'iposcenio e del canale che si estende sotto il bordo dello scenario, nonché alla ricostruzione del muro di fondazione dello scenario e l’orchestra, incluse le prime tre file di posti a sedere per gli spettatori. Nel periodo dal 1981 al 1986, oltre i lavori di pulizia della parte inferiore della gradinata, eseguiti fino al letto roccioso, sono stati fatti alcuni lavori minori di conservazione.
Nel passato recente, il Museo archeologico dell’Istria a Pola ha svolto varie campagne di indagini archeologiche di conservazione del Teatro romano minore. Al fine di includere la superficie intera di quest’antica, una volta monumentale, edificazione i lavori di indagine sono stati intensificati tra il 2011 e il 2022, subendo solo delle interruzioni minori. Gli scavi compresero quasi tutta la superficie del teatro e di più, incluso un antico serbatoio d’acqua a tre navi. Durante gli interventi sono state scoperte delle strutture edificate di enormi dimensioni, la cui disposizione appunta all’esistenza di un fabbricato monumentale a scopo pubblico, direttamente connesso con il teatro. Questo fa dedurre che ambe due le costruzioni risalgono allo stesso tempo, ovvero, al primo periodo di regno dell’imperatore Augusto (27 a.C. - 14 d.C ) quando si svolsero intense attività edili nella colonia romana Pola. È possibile che questo complesso sia stato adibito al passeggio, riposo e rinfresco, soprattutto durante gli spettacoli teatrali, il che implicava, quindi, anche l’esistenza degli spazi che proteggevano i visitatori da vari agenti atmosferici. La disposizione dei muri che diedero forma a questo fabbricato porta alla conclusione che vi esisteva uno spazio aperto più grande, delimitato su tutti i lati da un portico con delle colonne.
Con l’asse maggiore orientato al nord-ovest/sud-est, l’edificio scenico del teatro rinchiudeva tutta l’edificazione dall’est. La facciata dell’edificio scenico era decorata con colonne corinzie estese a due piani. Le colonne del piano inferiore giacevano sulle massicce basi rettangolari ed insieme ai profili inferiori e superiori, misuravano circa 1,52 m di altezza. Le basi erano montate sui blocchi di pietra di 0,29 m di altezza, i quali, a sua volta, posavano sul pavimento in pietra, sito all’altezza della superficie calpestabile dello scenario. La decorazione sfarzosa della facciata dell’edificio scenico faceva da sfondo permanente per le rappresentazioni teatrali. L’edificio scenico aveva tre porte nella parte occidentale interna, una porta centrale (Porta regia) e una porta più piccola su ogni fianco (Porta hospitalis). Nella zona della porta centrale la facciata era spostata di 1,5 m indietro rispetto alla linea della facciata nelle zone delle porte ausiliari, per cui la profondità dello scenario intorno alla porta centrale raggiungeva i 6,80 m. Sul lato orientale esterno della facciata dell’edificio vi era una porta cui asse corrispondeva all'asse della porta centrale scaenae frons. Al nord e al sud delle porte in questione, si trovava, su ogni lato, una porta spaziosa semicircolare di 9 m di larghezza. Agli spazi laterali dell’edificio scenico si accedeva dal di fuori, attraverso una porta di 2,80 m di larghezza. Di fronte a questi spazi c’erano delle porte che portavano allo scenario dai lati (di 2,60 m di larghezza) mentre all’entrata, ubicata nella parte laterale meridionale dell’edificio scenico, si arrivava dall’esterno salendo le scale (l’elevazione dell’entrata al corridoio che dal sud portava all’orchestra è abbastanza inferiore rispetto all’elevazione dell’entrata all’edificio). La parete, il cui lato più corto si appoggiava al muro meridionale dell’edificio scenico, suggerisce che lì vi erano situate delle scale, le quali, insieme alla ringhiera, si appoggiavano, in parte, probabilmente a quello stesso muro. Nel letto roccioso, sotto il livello della superficie calpestabile del palcoscenico, era tagliato lo hiposcaenium, originariamente coperto con pavimento in legno, che serviva per gli effetti speciali. Lo scenario, delimitato in tre lati dall’edificio scenico, si innalzava 1,10 m dalla superficie dell’orchestra semicircolare. Del pavimento originale dell’orchestra, eseguito in pietra, è rimasta solamente una fascia di 1,90 m di larghezza che si estende lungo il bordo. L’orchestra era separata dall’area spettatori da un corridoio di 1,15 m di larghezza, circondato da un muro di cinta di 0,60 m di larghezza. Si suppone che l’altezza di tale muro arrivasse perfino a 1,10 m. Due corridoi, uno al nord e l’altro al sud, si estendevano dall’esterno all’orchestra. Dal lato esterno, le entrate avevano 3 m di larghezza, mentre da quello interno, 2,20 m. Sopra il lato interiore di ogni entrata vi erano delle logge per i cittadini eminenti (tribunalia). Le quattro rimanenti entrate all'area spettatori, situate nel rivestimento concentrico esteriore del muro, erano larghe 3 m.
Sopra il piano dell’orchestra s’innalzava una lastra in pietra di 0,29 m di altezza e larghezza che fungeva da base della prima fila dei gradini per sedersi. Dalla lastra s’innalzava l’area spettatori che aveva una forma semicircolare ad imbuto e 26,50 m di larghezza. I gradini per sedersi erano costituiti da grandi blocchi di pietra di 0,35 m di altezza e 0,75 m di larghezza (secondo la prima fila dei gradini conservata in situ), poggiati sul letto roccioso precedentemente scolpito. Per ogni blocco di posti a sedere vi erano due gradini scolpiti da scalare. Le scalate, inclusi i gradini, erano larghe 0,90 m. L’area spettatori era divisa in due piani e in cima vi erano una galleria coperta e un colonnato. Il piano superiore e la galleria giacevano sui muri di sostegno concentrici e massicci. Il piano inferiore dell’area spettatori era diviso in 6 settori a forma di cuneo da cinque scalate. Le scalate del piano inferiore e superiore non erano allineate. I passaggi dei settori superiori si estendevano, alternandosi, dalla metà di quelli inferiori. C’erano 8 passaggi e 7 settori. Il piano inferiore dell’area spettatori aveva 16 file di gradini e al livello dell’ultimo gradino si trovava la superficie calpestabile del passaggio centrale semicircolare. Secondo le stime, il passaggio concentrico che separava i piani dell’area spettatori era largo 1,50 m. È possibile che pure il secondo piano dell’area spettatori cominciava con una lastra di 0,29 m di altezza e larghezza. Il piano superiore ospitava 13 file di gradini e al livello dell’ultimo gradino vi era la superficie calpestabile della galleriacoperta con il colonnato. Può darsi che la galleria fosse stata larga 3 m.
Al passaggio concentrico centralo che divideva l’area spettatori costruita su due piani, si accedeva dal di fuori attraverso un corridoio, mentre le entrate stesse (vomitoria) erano orientate verso le scalate situate nel piano inferiore della summenzionata area. Il corridoio occidentale e i due corridoi meridionali portavano direttamente al piano superiore attraverso le scale. Nella parte settentrionale dell’area spettatori è stato costruito solo un corridoio d’entrata con delle scale che conducevano al corridoio concentrico ubicato sotto codesta area. Da quest’ultimo si usciva sul piano superiore passando per i due vomitoria. Fu, infatti, durante l’ultima campagna di indagini del Teatro romano minore che si ottennero prove archeologiche dell’esistenza del corridoio concentrico interiore dell’area spettatori e dei resti del pavimento in pietra.
Sulla posizione numero 2 (indicata nella planimetria del teatro) ai visitatori va presentata la parte settentrionale del teatro. Questa posizione offre ai visitatori una visione dell’aspetto esteriore del teatro. Lì si trova l’entrata all’ala settentrionale dell’edificio scenico e l’entrata, inizialmente ubicata sotto l’area spettatori, che conduce all'orchestra. A questo punto bisognerebbe spiegare come si facilitava il flusso della gente che veniva al teatro nell'Età antica e menzionare le due strade che consentivano agli spettatori di accedere liberamente al teatro. Una di queste portava al teatro dalla Porta Gemina e l’altra, dalla Porta di Ercole. Facendo la prima, si giungeva all’entrata settentrionale del teatro, mentre la seconda conduceva all’entrata meridionale. Ambe due le strade erano rivestite da grandi piastre di pietra sotto i quali vi passava il canale di drenaggio. Bisogna far cenno anche all’entrata settentrionale all’area spettatori, l’unica di tutte le entrate al teatro scoperte che è rimasta interamente conservata. Si tratta, appunto, dell’entrata che, insieme alla scalinata, si poteva vedere già negli anni quaranta del XIX sec. e la quale fu nuovamente indagata da A. Gnirs agli inizi del XX secolo.
Alla posizione numero 3 si giunge attraverso il parodo settentrionale, ovvero il corridoio d’entrata/uscita Questa è la zona delle orchestre circolari.
Questa prospettiva consente ai visitatori una visione più precisa degli spazi (od ottenere le informazioni sugli stessi) che ospitavano i meccanismi di sollevamento del sipario, ove si trova anche un canale scavato nel letto roccioso, di 2,40 di profondità, situato sotto lo scenario, ovvero lungo il bordo orientale dell’orchestra. Il canale accoglie otto blocchi di pietra verticali con delle fessure quadrate nelle quali si inserivano le aste per manovrare il sipario. Il sistema di drenaggio del teatro è rimasto conservato fino ai giorni nostri. Sotto la superficie calpestabile dell’orchestra, rivestita da piastre in pietra, si trovano i canali edificati di drenaggio delle acque meteoriche. L'acqua si versava nei canali attraverso cinque aperture circolari nel pavimento. Queste aperture sono ubicate ai piedi delle cinque scalate radiali che portavano all’area spettatori ma che originalmente erano site sotto il summenzionato muro di cinta che formava il corridoio semicircolare. Il corridoio era usato dal pubblico per raggiungere il piano inferiore dell’area spettatori dalla direzione del parodo meridionale e settentrionale.