La collezione medievale

L'odierna Collezione medievale in seno al Museo archeologico dell'Istria abbonda di reperti, fra cui monumenti litici sacri e pezzi di ornamenti architettonici, gioielli e parti di vestiario (solitamente di bronzo), oggetti d'uso (prevalentemente di ferro), resti di vasellame ceramico, più raramente oggetti di vetro e di osso, tutti raccolti in Istria durante esplorazioni archeologiche sul campo nel corso di un secolo. L'origine della collezione risale all'epoca austro-ungarica: fu allora che si iniziarono la raccolta e il recupero di monumenti in determinati siti sacri paleocristiani e altomedievali. Durante le grandi opere urbanistiche e fortificatorie intraprese in città, vennero per primi documentati e conservati i monumenti sacri di Pola (S. Giovanni al Ninfeo, S. Felicita, S. Maria Formosa, S. Caterina) e quelli dell'agro limitrofo, che è a dire del primevo territorio diocesano (Nesazio, S. Ermacora, S. Lucia – Val Sudiga, Savolaga – Gallesano,  S. Pellegrino – Fasana, S. Pietro – Brioni, S. Mauro – Gallesano). Tuttavia, gli eccezionali reliquiari, già delle chiese di S. Ermacora presso Stignano e di S. Tommaso apostolo a Pola, furono inviati a Venezia e a Vienna. Una volta che il Museo civico polese fu inaugurato, vennero creati i presupposti museologici per l'ulteriore ampliamento di questa collezione.

Specie tra le due guerre mondiali, le ricerche di cui è parola trovarono valorizzazione museologica grazie all'allestimento di due sale presso il lapidario del Museo provinciale (già ginnasio tedesco, oggi MAI). Vi furono esposti i resti di un mosaico pavimentale paleocristiano e numerosi frammenti lapidei dell'inventario sacro paleocristiano e preromanico provenienti dalle chiese della Bassa Istria. Il lapidario fu ulteriormente arricchito in seguito ai grandi lavori di conservazione effettuati nel Duomo di Pola.

La Sezione medievale in seno al Museo archeologico dell'Istria, prerequisito allo sviluppo dell'archeologia altomedievale e rispettivamente veterocroata nella penisola, venne ricostituita, sull'onda dell'entusiasmo per le nuove ricerche, dopo la II guerra mondiale. Furono condotte significative campagne in cimiteri e ruderi di edifici sacri: ciò rese possibile nel 1973 la presentazione, accanto all'esistente lapidario di monumenti sacri,  delle nuove conoscenze cui si era giunti e dei nuovi reperti risalenti al periodo paleocristiano e altomedievale, che così entrarono a far parte dell'allestimento permanente del MAI.

Due decenni dopo la guerra, nell'atrio e nell'ala meridionale del Convento francescano di Pola venne allestito un lapidario con reperti sacri medievali, recuperati durante precedenti campagne esplorative nelle chiese (il cosiddetto lapidario dignanese), e con determinati monumenti già appartenuti alle chiese polesi di S. Tommaso, S. Maria Formosa, S. Clemente, S. Teodoro e S. Michele – Bagnole, e a Lavarigo e Momorano. In particolare furono esposti i complessi monumentali e relativi reperti, frutto di ricerche vecchie e nuove, rappresentati dalle chiese di S. Michele presso Dignano, di S. Sofia a Duecastelli, della Madonna Alta di Valle e di S. Andrea presso Bettica. Una parte del lapidario metteva in mostra monumenti paleocristiani di importanza funeraria, epigrafica e sacra. Dopo la restituzione del Convento ai frati francescani, oggi il contenuto del lapidario è un tantino ridotto.

Adesso si continua a lavorare al recupero di testimonianze in singole tombe tardoantiche e nei siti del Polese (Schizzini, Betegenica, Porticchio, Fasana, Brioni) e del territorio istriano in genere (Zambrattia, Carpignano, Sossici, Roial), nei cimiteri paleocristiani prospicienti le chiese di S. Pietro – Duecastelli, S. Eliseo - Fasana, S. Maria – Brioni, a Francini – Pisino, negli insediamenti fortificati e nei castri (Brioni, Sipar, Golzana vecchia). Campagne di ricerca sono in corso pure nei complessi sacri di S. Andrea – Bettica presso Barbariga, e nella chiesa di S. Nicola a Pola, a Guran, a S. Quirino presso Dignano, a S. Mauro presso Rozzo, a S. Agnese di Montisana, a S. Maria di Orsera. Lo studio dell'epoca delle immigrazioni altomedievali in Istria durante l'amministrazione bizantina, si giova in particolare delle ricerche effettuate nelle grandi tombe paleoslave, in cui si ravvisano modesti presagi di cristianizzazione, che si trovano presso Cittanova, Montona, Pinguente e Buie (Celega, S. Pancrazio, Veli Mlun, Mejica, S. Margherita). Del periodo franco sono particolarmente significative le ricerche nel grande cimitero paleocroato di Gimino e in quello nei pressi della Porta Piccola di Pinguente (IX sec.).

Oggi presso la collezione altomedievale operano i seguenti archeologi:

Željko Ujčić – curatore superiore e responsabile della collezione

 

Per informazioni, consultazioni e richieste rivolgersi a:

Željko Ujčić – responsabile della collezione
Tel.: 052/351-313
e-mail: zeljko.ujcic(at)ami-pula.hr

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