Termini confinari lapidei del Bosco di Siana
Come tante altre importanti foreste demaniali un tempo il Bosco di Siana era delimitato da termini confinari di pietra di cui si è conservata una minima parte. Sulla loro superficie sono scolpiti il nome SIANA, la lettera T, che sta per termine o terminazione, la sigla DF che indica il demanio forestale oppure la lettera S (Siana), più il numero e l’anno, quest’ultimo probabilmente riferito a quello della terminazione.
Sulla rilevanza della foresta prima dell’avvento dell’amministrazione austriaca testimonia il catastico veneziano redatto nel 1776 dal provveditore ai boschi Vicenzo Morosini, in cui è riportato che il bosco ceduo detto Siana era di proprietà dei frati francescani di Pola e che a nord e a ovest confinava con terreni privati, a est con Altura (Valtura) e a sud con Pola.
Dopo l’inaugurazione dell’Arsenale polese, l’importanza del Bosco crebbe perché fornì il legname necessario alle costruzioni navali almeno fino agli ultimi decenni del XIX sec., allorché il legno venne sostituito dal ferro. Da allora in poi la foresta, detta Kaiserwald (Bosco dell’Imperatore), venne assestata per la cittadinanza, fu collegata alla linea tranviaria cittadina e nella sua radura centrale venne costruito un padiglione-ristorante di legno, fulcro di avvenimenti sociali.
Oggi il Bosco di Siana, che all’inizio dello scorso secolo era anche detto Prater in miniatura, è un parco naturale che nuovamente richiama sempre più Polesani come luogo di incontro, riposo e ricreazione.
Un nuovo tratto di strada, costruito fra il 2013 e il 2014, ha intaccato il margine occidentale del Bosco, i cui termini confinari hanno dovuto venir perciò dislocati e sono qui presentati.
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Veduta aerea del Bosco di Siana.
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I sentieri del Bosco di Siana cent’anni fa, con le infrastrutture basilari.
Collezione di vecchie cartoline, Museo storico e navale dell’Istria (PMI-32434). Phot. Alois Beer. Editore: F.W. Schrinner, Pola, 1910. -
e 4. Cippi confinari del Bosco di Siana.