La collezione numismatica di Frano Radić

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Frano Radić nacque a Bol, sull’isola di Brazza (Brač), nel 1857. Era un uomo dagli eclettici talenti, apprezzato soprattutto per la sua erudizione, ma anche come poligrafo, pedagogo, archeologo, traduttore e docente. Il suo amore per le antichità risaliva al periodo degli studi a Spalato (Split), ciò che lo portò a diventare già in gioventù un appassionato collezionista. Durante il suo soggiorno a Curzola (Korčula) si dedicò intensamente all’archeologia, studiando monumenti risalenti ad un lasso di tempo che va dalla preistoria al basso medio evo. A Pola era noto soprattutto come grande numismatico. La sua collezione è oggi custodita dal Museo archeologico dell’Istria. Ricorrendo il 70.esimo anniversario della donazione della „Collezione Radić“ al Museo, cogliamo l’occasione per presentare alcuni dei più begli esemplari che ne fanno parte.

 

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 Sl. 1 Frano Radić (1857. – 1933.)

 (iz KARMELIĆ, J., NEJAŠMIĆ, J. (ed.) 2019. Frano Radić, Život i djelo, Naklada Bošković, Split, str. 7).

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Finché Radić era in vita la sua collezione numismatica contava circa 2.000 esemplari: era una raccolta imponente di monete greche, romane, bizantine, medievali, veneziane, ragusee e austriache. Purtroppo il collezionista non ci ha tramandato i dati sulla provenienza del suo materiale, una gran parte del quale deriva senza dubbio dall’isola di Curzola, dove Radić lavorò per diversi anni come insegnante di ingegneria navale e lavorazione della pietra, mentre il resto è probabilmente frutto di acquisti e donazioni. Poiché la collezione venne realizzata in Dalmazia, essa contiene parecchie delle monete specifiche per la regione.

Dopo la morte di Radić, avvenuta nel 1933, si è potuto risalire al destino della sua collezione grazie ai documenti inerenti alla donazione e conservati dal Museo archeologico dell’Istria. La raccolta venne ereditata dalle due figlie, che vivevano a Pola e che nel 1953 decisero di consegnarla al Museo. In una prima versione del documento si trattava della vendita di 263 pezzi per un importo pari a 80.000 dinari, tuttavia già nel documento seguente si parla di atto di donazione. In conclusione, le sorelle arricchirono il Museo di 280 monete, 2 cammei di corniola, alcuni libri e riviste di numismatica, tanto che l’allora direttore del Museo, Boris Baćić, firmatario del relativo documento, pubblicamente le ringraziò.

Oggi il Museo registra e conserva 215 reperti numismatici provenienti dalla collezione radiciana, dodici dei quali sono datati all’epoca greco-ellenistica. Tra questi da rilevare le monete della colonia greca di Durazzo (Dyrrachium), in merito alle quali va spiegato che, sebbene le lettere di Kosta Herman confermino che esse avrebbero dovuto venir acquisite dal Museo nazionale di Sarajevo, 10 esemplari durazzesi sono comunque finiti nel Museo archeologico dell’Istria. Il Museo conserva inoltre 20 pezzi di valuta bizantina, 8 monete medievali e 18 esemplari di denaro raguseo. La maggior parte della collezione è ad ogni modo costituita da monete romane (76 pezzi) e veneziane (78 pezzi).

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Fig. 2

Alcuni pregevoli esemplari di monete facenti parte della collezione numismatica di Frano Radić.a

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La classificazione del denaro greco si basa su una suddivisone geografica. In altre parole è subordinata alla regione e alla città in cui le monete furono coniate. Di conseguenza di quel periodo distinguiamo un gran numero di differenti coni circolanti in Europa, Africa e Asia. Ancorché la maggior parte della quota greco-ellenistica della collezione di Radić sia rappresentata dalle suddette monete di Durazzo, l’esemplare tuttavia meglio conservato della categoria è senza dubbio il denaro del re Prusia II di Bitinia (n.ro 1 del cat.). Viene datato alla prima metà del II sec. a. C. Il rovescio è abbellito dalla raffigurazione del centauro Chirone che suona la lira. Nella mitologia Chirone è conosciuto come il più saggio e il più giusto dei centauri, oltretutto maestro di molti eroi greci, tra cui Achille e Giasone.

Le monete romane sono assai varie. La potenza di Roma, protrattasi per oltre un millennio, comportò logicamente tutta una serie di riforme, compresa quella del sistema monetario, motivo per cui nella collezione di Frano Radić sono raccolte monete di conio sia repubblicano sia imperiale. A Roma venivano battute monete d’oro, di bronzo/ottone e d’argento. La valuta d’argento primaria era il denario che, a partire dal 215, incominciò lentamente a soppiantare l’antoniniano. Fra le coniazioni di bronzo vanno citati i sesterzi, i dupondi e gli assi, e dell’epoca del tardo impero i centenionali, monete spicciole. Sono tutti esemplari che, assieme a molti altri valori nominali qui non menzionati, si trovano nella „Collezione Radić“.

Della Roma repubblicana va rilevato il denario argenteo di Marco Antonio (n.ro 2 del cat.). Si tratta del denario dei legionari con il quale venivano pagate le legioni che si battevano a fianco di Marco Antonio durante la guerra civile contro Ottaviano. Queste monete vennero coniate nel 32-31 a. C., immediatamente prima della battaglia di Azio. Marco Antonio, allora signore dell’Oriente, non era nella possibilità di battere moneta a Roma, che era controllata da Ottaviano, sicché doveva servirsi di zecche ambulanti, grazie alle quali poteva finanziare le varie legioni, in questo caso la V (legione), assicurandosene la fedeltà.
Nel 27 a. C., quando Augusto venne proclamato imperatore, per Roma ebbe inizio una nuova era. L’Impero sopravvisse fino al 476 e ognuno degli imperatori che si susseguirono fece coniare proprie monete. Per quel che riguarda la collezione di Radić, due sono quelle che si distinguono fra le coniazioni imperiali. Il primo è il sesterzio dell’imperatore Massimino I (n.ro 3 del cat.). Massimino comandava la IV legione (Legio IV Italica) allorché, nel 235, l’esercito lo proclamò imperatore. Regnò fino al 238, l’“anno dei sei imperatori“, anno in cui ci furono diversi nuovi pretendenti al trono. Massimino marciò su Roma, città in cui non aveva mai messo piede - né dove mai sarebbe entrato -, per soffocare la sollevazione degli usurpatori. Venne ucciso presso Aquileia, tradito dagli stessi suoi soldati. Sul rovescio del sesterzio si vede la dea Fides con due stendardi militari e la scritta FIDES MILITVM, da tradursi come „lealtà dell’esercito“. Il che attesta quanto fosse potente l’esercito in quel turbolento periodo della storia romana. Quantunque spettasse al Senato proclamare formalmente l’imperatore, era l’esercito che di fatto poteva mettere sul trono chiunque volesse e allo stesso modo anche destituirlo, proprio come nel caso di Massimino I.

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Fig. 3 Busto di Massimino I,

235 – 238 d. C., marmo, Musei Capitolini di Roma
(fonte: https://en.wikipedia.org/wiki/Maximinus_Thrax" \l "/media/File:Maximinus_Thrax_Musei_Capitolini_MC473.jpg).
Fig. 3 Bust of Maximinus I., 235 – 238 CE., Capitoline Museums, Rome

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Fig. 4 Moneta imperiale romana raffigurante l'imperatore Massimino I,

236 – 238 d. C., MAI, Pola.

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L’altra moneta imperiale è il centenionale (centenionalis), denaro spicciolo di bronzo di Costantino II, primogenito di Costantino I (n.ro 4 del cat.). La moneta è datata al 321-324. Sul rovescio spicca nettamente il messaggio VOT X (Votis Decennalibus), una specie di impegno o preghiera auspicante dieci anni di buon governo. È un pezzo particolarmente interessante perché nell’esergo, la sezione in fondo al rovescio, è riportato il marchio della zecca: Siscia. Si tratta dell’unica zecca tardo-antica scoperta entro i confini dell’odierna Croazia e si trovava nell’area di Sisak. Rimase in funzione dal 262 all’inizio del V secolo e coniava grandi quantitativi di monete d’oro, d’argento e di bronzo: ai tempi di Costantino I era al massimo delle sue capacità. All’epoca nella zecca di Siscia erano infatti in funzione cinque officine, il contrassegno di ognuna delle quali era di solito posto accanto a quello della zecca nell’esergo. Nel nostro esemplare si nota la lettera greca Δ (delta), che attesta che il conio di questo centenoniale venne realizzato nell’officina numero 4.

La collezione di Frano Radić è ricca soprattutto di monete veneziane, in primo luogo valute d’argento e di bronzo come soldi, bagattini, gazzette e grossi. Presentiamo qui un grosso Matapan ottimamente lavorato e conservato, emesso nel 1205-1229, durante il governo del 42.esimo doge Pietro Ziani (n.ro 5 del cat.). Il grosso è una moneta in cui l’argento è presente nella misura di addirittura il 98,5 %. Venne battuto la prima volta nel 1193 durante il dogado di Enrico Dandolo. Sul dritto sono sempre raffigurati il doge e S. Marco con vessillo sotto il quale figura la scritta DVX, mentre sul rovescio c’è il Cristo Pantocratore e nei campi le inziali IC-XC.

La Repubblica di Ragusa (Dubrovnik) batteva monete d’argento e di bronzo. Mancando coniazioni auree fu necessario introdurre nel suo territorio, come criterio valutativo, monete d’oro straniere. All’inizio entrarono in circolazione monete d’oro bizantine che, dopo la caduta di Bisanzio, vennero sostituite dai ducati veneziani. Oltre a quelle d’oro nella Repubblica circolavano monete straniere d’argento e di bronzo, che però, con il rafforzamento della zecca ragusea, vennero man mano accantonate. In territorio istriano il ritrovamento di soldi ragusei, nel corso di ricerche sistematiche, è rarissimo. Fortunatamente, grazie a questa donazione, la Collezione numismatica del Museo archeologico dell’Istria si è arricchito di alcuni esemplari di dette coniazioni. Ne vanno menzionate almeno alcune: le minze, i soldi, i dinaretti e i semidinaretti, tutti presenti nella collezione radiciana, tra cui spicca un soldo ben conservato (n.ro 6 del cat.) con i contrassegni caratteristici della valuta ragusea. Sul dritto ci sono il busto di S. Biagio e la rappresentazione delle mura cittadine, tuttora il monumento più rimarchevole di Ragusa. La leggenda recita: CIVITAS RAGVS. Nell’esergo è stampato l’anno della coniazione, il 1793. Sul rovescio c’è il Cristo Benedicente, affiancato dai due stemmi ragusei e da quattro stelline nei campi di destra e di sinistra.

Le monete della collezione Radić qui descritte sono una rassegna delle potenze che dominarono nel territorio dell’odierna Croazia meridionale, e una testimonianza dell’incredibile passione che animò il suo collezionista. Sebbene per l’occasione siano stati selezionati solo alcuni pezzi, comunque rappresentativi delle singole categorie, la collezione abbonda di esemplari importanti. Grazie alle figlie Marija e Anđelija, che furono conscie dell’importanza della raccolta e che generosamente la donarono al Museo archeologico dell’Istria, oggi, settant’anni dopo, continuiamo a rimanerne stupefatti, continuiamo a scriverne e a offrirla all’ammirazione del pubblico.

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Fig. 5

 

Parte centrale ritagliata e incorniciata da un'insegna civile della Repubblica di Ragusa

(fonte: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Saint_Blaise_%28Republic_of_Ragusa%29.svg).

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Fig. 6

Moneta ragusea raffigurante San Biagio, 1793, MAI, Pola.

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                                        CATALOGO

 

 

1. N-369
Moneta greco-ellenistica, Bitinia, Prusia II Cinego (Prusias II Cynegus) (182-149 a. C.)

AE 21, ottone, 21,6 x 21, 1 mm, 6,48 g, 12 h
Dritto:
Testa di Dioniso giovane con corona di edera, volto a destra
Rovescio:
Il centauro Chirone volto a destra, suona la lira, monogramma nel campo destro, (ΒΑΣΙΛΕΩΣ) ΠΡΟΥΣΙΟΥ
Zecca: Bitinia
Datazione: 182-149 a. C.
Bibliografia: SNG Cop 635, RecGen 26

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 N-320
Moneta romana di epoca repubblicana, Marco Antonio (Marcus Antonius)

(54-30 a. C.)
Denario, AR, 17,6 x 16,3 mm, 2,91 g, 5 h
Dritto: Galea pretoriana volta a destra, margine decorato a puntini, ANT AVG/III VIR R P C
Rovescio: Aquila legionaria affiancata da due stendardi militari, margine decorato a puntini, LEG V
Zecca: zecca itinerante
Datazione: 32-31 a. C.
Bibliografia: Crawford 544/18

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3. N-340
Moneta romana di epoca imperiale, Massimino I il Trace (Maximinus I Thrax) (235-238)

Sesterzio, bronzo, 27,7 x 26,1 mm, 18,89 g, 12 h
Dritto: Testa barbuta con corona di alloro volta a destra, drappo sulle spalle, MAXIMINVS PIVS AVG G(ERM)
Rovescio: Fides volta a sinistra affiancata da due stendardi militari, nei campi le lettere SC, F(I)DES M(ILITVM)
Zecca: Roma
Datazione: 236-238
Bibliografia: RIC IV Maximinus Thrax 78

 

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4. N-656
Moneta romana di epoca imperiale, Costantino II (Constantinus II) (317-337/337-340)

AE 3, bronzo, 17,3 x 16,6 mm, 2,27 g, 12 h
Dritto: Testa laureata a destra, margine con decorazione puntiforme, CONSTANTINVS IVN NOBC
Rovescio: VOT/X cinto da serto, lungo il margine CONSTANTINVS IVN NOB C, margine con decorazione puntiforme. Nell'esergo: delta SIS sole nascente
Zecca: Siscia
Datazione: 321-324
Bibliografia: RIC VII Siscia 182

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5. N-521
Moneta veneziana, Pietro Ziani (1205-1229)

Grosso, argento, 19,6 x 18,6 mm, 2,00 g, 6 h
Dritto: Il Doge e S. Marco affrontati reggono uno stendardo con la scritta DVX, i volti sono en face, orlato di puntini, +•PZIANI•- S M VENETI
Rovescio: Cristo Pantocratore in trono, en face, IC-XC, margine con decorazione puntiforme.
Zecca: Venezia
Datazione: 1205-1229
Bibliografia: Papadopoli 1

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 N-601.
Moneta ragusea, Repubblica di Ragusa (Dubrovnik) (1358-1808)

Soldo, bronzo, 20 mm, 2,03 g, 6 h
Dritto: Busto di S. Biagio sovrastante le mura cittadine, benedicente con la destra, pastorale nella sinistra, orlato di puntini, CIVITAS –RAGVS, 1793 nell'esergo
Rovescio: Cristo en face con il globo crucigero nella sinistra, la destra benedicente, affiancato dai due stemmi ragusei, a destra e a sinistra quattro stelle su ogni lato, margine decorato a puntini, G nell'esergo
Zecca: Ragusa (Dubrovnik)
Datazione: 1793
Bibliografia: Rešetar 2409

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 Bibliografia
BRITISH ACADEMY, 1931. Sylloge Nummorum Graecorum, (http://www.sylloge-nummorum-graecorum.org/), 16. 1. 2023.
BRUUN, M. P., 1966. The Roman Imperial Coinage vol. VII. Constantine and Licinius, London, 1966.
CRAWFORD, M., 1974. Roman Republic Coinage, Cambridge
Dokumentacijski odjel Arheološkog muzeja Istre u Puli: Dokument: Numizmatička zbirka, od 3. 6. 1953.; Dokument pod brojem 396/25. 6. 1953.
GJURAŠIN H., 2008. Frano Radić – u povodu 150. obljetnice rođenja, Starohrvatska prosvjeta, III. serija, svezak 35/2008
MATTINGLY, H., SYDENHAM, E., SUTHERLAND, C. H. V., 1938. The Roman Imperial Coinage vol. IV. Part II. Marcinus to Pupienus, London
MIMICA, B., 1994. Numizmatička povijest Dubrovnika, Rijeka
MIMICA, B., 1997. Numizmatička povijest Istre i Kvarnera, Rijeka
OREB, F., 2019. Frano Radić – životopis. KARMELIĆ, J., NEJAŠMIĆ, J. (ed.) Frano Radić, Život i djelo, 207 – 273. Naklada Bošković, Split
PAPADOPOLI, N., 1893. – 1919. Le monete di Venezia, Venezia, Milano
PETEŠIĆ, S., 2019. Numizmatička zbirka i ostavština Frane Radića. KARMELIĆ, J., NEJAŠMIĆ, J. (ed.) Frano Radić, Život i djelo, 295 – 303. Naklada Bošković, Split
REŠETAR, M., 1905. Le monete della Repubblica di Ragusa, Milano
WADDINGTON, W., BABELON, E., REINACH, T., 2012. Recueil Général des Monnaies Grecques d’ Asie Mineure, Part 4: Bithynie: Prusa, Prusias, Tius, Paris

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La collezione numismatica di Frano Radić 

 Mostra
 Via Carrara 4, Pola

 Una finestra sul passato

6. 6. – 26. 9. 2023.

Autrice della mostra e del testo: Erika Trbojević
Organizzatore ed Editore: Museo archeologico dell’Istria
Rappresentante dell’Organizzatore e dell’Editore: Darko Komšo
Redazione: Darko Komšo, Adriana Gri Štorga, Katarina Zenzerović
Autore dell’allestimento, veste grafica / Set up & graphic design: Vjeran Juhas
Autrice delle fotografie: Erika Trbojević
Coordinatrice della mostra: Monika Petrović
Traduzione italiana: Elis Barbalich-Geromella
Traduzione inglese: Neven Ferenčić
Revisione del testo croato: Milena Špigić
Correzione dei testi: Irena Buršić, Adriana Gri Štorga, Milena Špigić
Stampa: MPS Pula
Tiratura: 700
Pola, 2023.


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