San Michele di Valle: frammenti e tecnologia del vasellame ceramico risalente al Neolitico Antico

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Nel territorio di Valle il suolo estremamente fertile, la relativa vicinanza del mare e diverse fonti di acqua potabile hanno permesso alle comunità umane del Neolitico di abitare questi spazi sfruttandone le risorse naturali per vivere ed evolvere. Finora nel territorio circostante Valle e nelle sue immediate vicinanze sono stati scoperti due siti minori che furono abitati durante le varie fasi del Neolitico: Monte San Michele (delle Forche) e l’altura di Monsego. Sul Monte San Michele, che domina sull’area da Dignano a Rovigno e nella quale si trovano i resti di un insediamento castricolo dell’età del Bronzo e le rovine di un convento benedettino medievale, sono stati effettuati sondaggi archeologici esplorativi in tre riprese: nel 1992/1993, nel 2006 e nel 2007.

Tra il materiale archeologico risultato dagli scavi c’erano diversi frammenti di vasellame ceramico risalenti al periodo Neolitico. Qui ci interessano i
frammenti di vasellame ceramico decorati a incisione e a impressione, caratteristici della Cultura della Ceramica Impressa risalente al Neolitico Antico, attestati lungo la sponda adriatica orientale. I frammenti riportati alla luce appartengono alla sua fase classica evoluta, che fu significativa per la frazione finale della Cultura della Ceramica Impressa dell’Adriatico. I frammenti di San Michele indicano che il sito probabilmente rappresentava un piccolo insediamento avanzato di allevatori neolitici, collegato a qualche abitato centrale situato nei fertili piani del territorio vallese. Nel presente catalogo vengono trattati e presentati alcuni dei frammenti del Neolitico Antico in Istria appartenenti alla Cultura della Ceramica Impressa,
rinvenuti nel sito di San Michele – Valle durante le ricerche archeologiche del
2006 e 2007.

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Frammenti di vasellame ceramico impresso risalenti al Neolitico Antico scoperti nei siti della penisola istriana: i riscontri paralleli più attigui


Nello spazio adriatico orientale frammenti di vasellame ceramico appartenenti alla Cultura della Ceramica Impressa del Neolitico Antico (5750-5500 circa a. C.) sono stati scoperti in diversi siti del territorio istriano, sia all’aperto che nelle grotte. Si tratta dei siti di Isola del Vescovo e di Vercivan a Medolino, di Carigador presso Lisignano, Debeljak sulla penisola di Capo Promontore, della Capanna del Pescatore e di Montegrande a Pola, di San Daniele presso Pola, Monte Orsino presso Dignano, Stanzia Cecilia presso Dignano, Ljubićeva pećina nell’area di Marzana, Vela gromača presso Cavrano, Punta Pradisel presso Pavicini, Monsego presso Rovigno, Serraio nei pressi del Canale di Leme, San Michele di Valle, e della grotta Jačmica nell’Istria nord-orientale (fig. 1). Nella maggior parte dei casi si tratta di siti in cui i ritrovamenti
sono stati accidentali e dove i quantitativi di ceramiche impresse del Neolitico Antico scoperti sono stati modesti. Tra i giacimenti monostrato veri e propri, più o meno grandi, si distinguono quelli di Isola del Vescovo a Medolino, Vercivan a Medolino, Montegrande a Pola, Debeljak di Capo Promontore,

Vela gromača di Cavrano e Stanzia Cecilia di Dignano. Oltre a questi vi sono alcuni in cui troviamo, accanto a reperti documentati della Cultura della Ceramica Impressa del Neolitico Antico,
anche materiale appartenente al Neolitico Medio (Cultura di Danilo) e al Neolitico Recente (Cultura di Lesina), e si tratta di Carigador a Lisignano, Ljubićeva pećina nel Marzanese, San Michele di Valle e Punta Pradisel presso Pavicini. Analogie un pochino più labili si riscontrano nelle cavità cavernose di Cherso e Lussino, come pure in numerosi siti all’aperto o in caverna della Dalmazia, dove sono stati scoperti ricchi giacimenti di frammenti ceramici caratteristici del periodo Neolitico Antico o della Cultura della Ceramica Impressa, datati dal 6000-5800 a. C. fino al 5500 a. C. Attorno al 5500 a. C. si inizia lungo la sponda orientale dell’Adriatico il periodo della Cultura di Danilo. Dal materiale ceramico recuperato risulta che in determinati siti dell’Istria perdurano, ma assai brevemente, in concomitanza con la
fase iniziale della Cultura di Danilo, le tradizioni culturali a impresso.

 

Fig. 1 Mappa da rilevamento satellitare sulla diffusione dei siti neolitico-antichi in Istria

giacimenti a cielo aperto

 giacimenti precastricoli

 giacimenti in caverne

strati culturali del Neolitico Antico scoperti nelle fondamenta di tumuli dell'età del Bronzo

1) Sveti Mihovil (San Michele); 2) Mušego (Monsego); 3) Stancija Cecilija (Stanzia Cecilia); 4) Vrčin (Monte Orsino); 5) Vižula (Isola del Vescovo); 6) Kargadur (Carigador/Lisignano); 7) Vrčevan (Vercivan); 8) Debeljak; 9) Ribarska koliba (Capanna del Pescatore); 10) Šandalja (San Daniele); 11) Veli vrh (Montegrande), 12) Ljubićeva pećina; 13) Vela gromača; 14) Pradišelski rt (Punta Pradisel); 15) Nezakcij (Nesazio / Nesactium); 16) Šeraja (Serraio); 17) Jačmica

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Produzione, modellazione e uso dei frammenti di vasellame ceramico del Neolitico Antico

Per la maggior parte i frammenti di vasellame ceramico del Neolitico Antico trovati a San Michele sono pezzi indistinguibili di corpi vasali (Catalogo, fig. 1, 3-9), tanto che solo da due dei piccoli frammenti è possibile risalire alla forma del recipiente di cui facevano parte e ciò in base alle parti superiori dell’orlo e del corpo o di parte del fondo (Catalogo, fig. 2, 10). Dallo spessore del frammento di un corpo si può limitatamente supporre di che tipi e forme di vasi si trattasse. In effetti, i frammenti di San Michele per lo più appartenevano a piccoli vasi e a pentolini di dimensioni piccole e medie. I vasai della comunità neolitico-antica di San Michele producevano per le proprie necessità modesti quantitativi di contenitori ceramici, per la cui fabbricazione usavano l’argilla e i materiali sedimentari naturali delle locali fonti. E per la loro modellazione ricorrevano a tre tecniche distinte.

La tecnica della ceramica pizzicata (pinch technique) veniva impiegata per piccoli recipienti a fondo ovale o tondo e dritto, come pentolini e ciotoline. Il vasellame di media grandezza (pentole e ciotole) veniva realizzato ricorrendo alla tecnica a colombino, ossia a filettature con anelli di argilla, in modo da foggiare semplici recipienti asimmetrici dalle morbidi forme ovali, globulari o semiglobulari (fig. 2). La terza tecnica consisteva nella modellazione di recipienti capaci, come grandi pentole di forma ovale, globulare o semiglobulare, ottenuti tramite fasce o nastri di argilla (fig. 3, 4a).

Fig. 2 Lavorazione e modellazione a mano di recipienti neolitici di medie dimensioni, effettuate con la tecnica a colombino tramite anelli di argilla e tramite grossolana levigatura delle superfici interne ed esterne.

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Fig. 3 Lavorazione e modellazione a mano di recipienti neolitici di grandi dimensioni con la tecnica delle fasce o nastri d'argilla.

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Fig. 4a Ricostruzione del processo di modellazione della superficie di recipienti ceramici neolitici prima della decorazione e prima della cottura.

Fig. 4b Raffigurazione di focolare o fossa a cielo aperto dopo la cottura di vasellame ceramico.

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Le tecniche decorative applicate al vasellame ceramico del Neolitico Antico


I vasai del Neolitico Antico stanziati a San Michele praticavano fondalmentalmente due tecniche decorative: l'impressione e l'incisione e la combinazione dell'incisione con la punzonatura. La maggior parte dei frammenti dell’epoca venne decorata con un ordinato motivo a zig-zag impresso con i margini di conchiglie lisce (Catalogo, fig. 3-4, 8-9). Su alcuni frammenti ritrovati a San Michele si notano anche motivi a zig-zag non organizzati, sempre impressi con l’aiuto dei margini di conchiglie (Catalogo, fig. 1, 7, 10). Un frammento di recipiente rivela l’intaglio di diversi campi decorativi eseguiti in modo regolare e formati ognuno da tre linee oblique incise parallelamente, del quale però, date le dimensioni, non è possibile stabilire se si tratti di un motivo decorativo geometrico (Catalogo, fig. 5) che compare in Dalmazia durante la tarda fase della Cultura della Ceramica Impressa. Tra il materiale ceramico del Neolitico Antico recuperato a San Michele spicca il frammento di un orlo e corpo vasale che sulla superficie esterna mostra una decorazione eseguita combinando le tecniche a impressione o forse a punzonatura e ad incisione (Catalogo, fig. 2). È formato da una sequenza orizzontale di punzonature o impressioni eseguite con la punta di una conchiglia oppure di qualche arnese, sotto la quale si vedono cinque campi orizzontali creati da doppie linee incise. Al campo più basso, il quinto, sono collegate sequenze oblique di campi decorativi composti da cinque linee verticali incise. Il motivo in parola assomiglia parecchio all’ornamentazione di un frammento ceramico del sito attribuibile al Neolitico Antico di Isola del Vescovo, decorato combinando le impronte lasciate dal dorso di piccole conchiglie con l’intaglio di linee regolari.

Fig. 5 Disegni riproducenti forme e tecniche decorative di recipienti del Neolitico Antico.

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Tipi di cottura, colorazione delle superfici e cotture in atmosfere riducenti o ossidanti


La superficie dei frammenti di vasellame ceramico è per lo più grezza, e presenta evidenti grossolane manipolazioni operate dai vasai per levigarla. Solo tre dei frammenti rivelano un’ulteriore, parziale pulitura della superficie vasale prima dell’essiccazione e decorazione. Il suo colore, dopo la cottura, generalmente variava dal bruno scuro al bruno chiaro-rossiccio, e in gran parte dipendeva dal metodo di cottura, dall’atmosfera e dalla temperatura in cui avveniva. Durante il Neolitico, la maggior parte del vasellame ceramico venne cotta su semplici fuochi o in fosse all’aperto o direttamente su fornaci improvvisate sulla terra (fig. 4b), motivo per cui i vasai non potevano esercitare alcun ulteriore influsso sul processo di cottura né sulla cottura in atmosfera. L’unico parziale influsso di un vasaio sulla cottura e la sua temperatura poteva consistere nell’aggiunta di legna da ardere al fuoco. La cottura in semplici focolari o fosse era un processo che poteva durare circa 10-12 ore, mentre il processo di raffreddamento poteva protrarsi da alcune ore a due o tre giorni. Dipendeva dalla durata del raffreddamento, o del processo di affumicamento e riduzione del contatto con l’aria, la colorazione delle superfici dei recipienti ancora ricoperte di cenere, che mutava diventando man mano più scura. Durante la cottura la temperatura del fuoco varia dai 450 ai 750 gradi C (in casi estremi, quando le fiamme siano esposte all’influsso del vento, la temperatura può raggiungere anche gli 850 gradi C). In simili condizioni si verificano vari tipi di cottura in atmosfera, che si possono constatare in base al colore delle sezioni e delle superfici dei frammenti disponibili. Per quel che riguarda i frammenti neolitici antichi di San Michele prevale la cottura in atmosfera ossidante incompleta, seguita da quella in atmosfera riducente, dalla cottura elementare e, in minore misura, dalla cottura in atmosfera ossidante ridotta.

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Uso del vasellame ceramico nel Neolitico Antico

Sui frammenti ceramici risalenti al Neolitico Antico dell’Istria non sono state ancora eseguite analisi biomolecolari dei lipidi, comunque le analogie più accostabili emergono nella regione dalmata, dove i risultati delle analisi dianzi dette, effettuate sulle superfici interne di singoli frammenti ceramici della stessa epoca, hanno accertato l’esistenza di tracce di alimenti brodosi, nonché di rimasugli proteici di latte e formaggio. Dati questi risultati è supponibile che i vasi ceramici neolitici antichi di San Michele, ma anche quelli trovati in altri siti istriani, servissero, a seconda delle loro forme e dimensioni, per usi diversi. Quelli più piccoli, come ciotoline e pentolini, potevano venir utilizzati per mangiare e bere liquidi (acqua, alimenti brodosi con carne, latte, latticini, miele), ma anche in funzione di rituali magici o a scopi terapeutici (preparazione di medicamenti: unguenti o oli ricavati da varie piante). I contenitori ceramici di dimensioni medie e grandi (pentole e ciotole) potevano servire per la cottura di cibi liquidi di origine vegetale o animale, per conservare l’acqua, il latte, per la preparazione di latticini, come formaggio e yogurt, per raccogliervi bacche, cereali semiselvatici e, col tempo, cereali coltivati).

Per concludere

Si può ritenere che il sito sul Monte San Michele sia stato l’insediamento di una comunità del Neolitico Antico dedita all’allevamento e pascolo di bestiame minuto (pecore e, in minor misura, capre). L’abitato doveva essere strettamente collegato a un centro maggiore situato nei fertili piani attorno a Valle. I vasai di San Michele di quel periodo fabbricavano piccole quantità di recipienti ceramici, bastanti a soddisfare i bisogni della loro comunità. E per farlo sfruttavano in prevalenza le materie prime delle immediate vicinanze, come i sedimenti argillosi naturali o il calcare ottenuto da pietre spaccate e frantumate e mescolate all’acqua, le cui fonti nei dintorni di San Michele non difettavano.
 
Per quel che riguarda la tecnologia, modellazione, decorazione, cottura e cottura in atmosfera non vi sono differenze rispetto a quanto consta dal materiale ceramico proveniente da altri siti istriani, e nemmeno da quelli dell’area adriatico-orientale in genere. Somiglianze si colgono anche nell’uso, assai bene comprovato dai risultati delle analisi biomolecolari effettuate sulle superfici interne del vasellame neolitico antico trovato nei vari giacimenti della Dalmazia (che hanno dimostrato la persistenza di tracce proteiniche di latte e formaggio, grassi di origine animale e diverse tracce di piante, resine e miele sui singoli frammenti).

 

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CATALOGO

 

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1. San Michele – Valle, 2007; Settore I; Saggio Ia; Quadrante D4; Unità stratigrafica I; profondità: 0,10 m.
Frammento di vaso.
P-31965
Dimensioni: alt.: 2,3 cm, largh.: 2,8 cm, spess. del corpo: 0,8 cm, peso: 5,98 g.
Frammento di parte di corpo conservatasi, appartenente a vaso ceramico, lavorato a mano.



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2. San Michele – Valle, 2007; Settore I; Saggio Ia; Quadrante B5; Unità stratigrafica IIIa; profondità: 0,70-0,90 m.
Frammento di vaso.
P-31947
Dimensioni: alt.: 7 cm, largh.: 5,5 cm, spess. del corpo: 0,55-0,6 cm, spess. dell’orlo: 0,57 cm, peso: 29,27 g.
Frammento di parte di orlo e di corpo conservatasi, appartenente a vaso ceramico decorato, lavorato a mano.



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3. San Michele – Valle, 2007; Settore I; Saggio Ia; Quadrante D4; Unità stratigrafica IIIa-IIIb; profondità: 0,70-0,95 m.
Frammento di vaso.
P-31964
Dimensioni: alt.: 2,9 cm, largh.: 2,3 cm, spess. del corpo: 1 cm, peso: 7,85 g.
Frammento di parte di corpo conservatasi, appartenente a vaso ceramico decorato, lavorato a mano.



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4. San Michele – Valle, 2007; Settore I; Saggio Ia; Quadrante D4; Unità stratigrafica IIIa-IIId; profondità:
0,70-1,45 m.
Frammento di vaso.
P-61315
Dimensioni: alt.: 5,3 cm, largh.: 5,5 cm, spess. del corpo: 0,8 cm, peso: 23,90 g.

 

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5. San Michele – Valle, 2006; Settore I; Saggio I; Quadrante D1; Unità stratigrafica IIIc; profondità
0,95-1,20 m.
Frammento di vaso.
P-61132
Dimensioni: alt.: 2,8 cm, largh.: 2,2 cm; spess. del corpo: 0,8 cm, peso: 6 g.
Frammento di parte di corpo conservatasi, appartenente a vaso ceramico decorato, lavorato a mano.




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6. San Michele – Valle, 2006; Settore I; Saggio I; Quadrante D1; Unità stratigrafica IIIc; profondità:
0,95-1,20 m.
Frammento di vaso.
P-61133
Dimensioni: alt.: 2,7 cm, largh.: 4 cm, spess. del corpo: 0,9 cm, peso: 11 g.
Frammento di parte di corpo conservatasi, appartenente a vaso ceramico decorato, lavorato a mano.



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7. San Michele – Valle, 2006; Settore I; Saggio I; Quadrante C2; Unità stratigrafica IIIb - c; profondità:
0,90-1,20 m.
Frammento di vaso.
P-61169
Dimensioni: alt.: 3,5 cm, largh.: 3,4 cm, spess. del corpo: 0,6-0,8 cm, peso: 11 g.
Frammento di parte inferiore di corpo conservatasi, appartenente a vaso ceramico decorato, lavorato a mano.

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8. San Michele – Valle, 2006; Settore I; Saggio I; Quadrante A2; Unità stratigrafica IIIa; profondità:
0,70-0,90 m.
Frammento di vaso.
P-61175
Dimensioni: alt.: 2,2 cm, largh.: 3,5 cm, spess. del corpo: 0,5 cm, peso: 3 g.
Frammento con parte di corpo conservatasi, appartenente a vaso ceramico decorato, lavorato a mano.



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9. San Michele – Valle, 2006; Settore I; Saggio I; Quadrante C2; Unità stratigrafica III; profondità:
0,50-0,70 m.
Frammento di vaso.
P-61178
Dimensioni: alt.: 1,9 cm, largh.: 1,8 cm, spess. del corpo: 0,4 cm, peso: 0,3 g.
Frammento di parte di corpo conservatasi, appartenente a vaso ceramico decorato, lavorato a mano.



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10. San Michele – Valle, 2007; Settore I;
Saggio Ia; Quadrante C5; Unità stratigrafica III;
profondità 0,50-0,70 m.
Frammento di vaso.
P-61216
Dimensioni: alt.: 3,5 - 3,6 cm, largh.: 3,6 cm,
spess. del corpo: 1 cm, peso: 18 g.
Frammento di parte inferiore di corpo conservatasi,
appartenente a vaso ceramico decorato, lavorato
a mano.



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 Bibliografia

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  San Michele di Valle:
frammenti e tecnologia del vasellame ceramico risalente al
Neolitico Antico

Mostra
Via Carrara 4, Pola
Una finestra sul passato
23.01. – 21. 05. 2024.

Autore della mostra e del testo: Romuald Zlatunić

Organizzatore ed Editore: Museo archeologico
dell’Istria

Rappresentante dell’Organizzatore e dell’Editore: Darko Komšo

Redazione: Darko Komšo, Adriana Gri Štorga, Katarina Zenzerović

Autore dell’allestimento, veste grafica: Vjeran Juhas

Autore dei disegni: Ivo Juričić, Romuald Zlatunić

Autore delle fotografie: Vjeran Juhas

Traduzione italiana: Elis Barbalich-Geromella

Traduzione inglese: Neven Ferenčić

Revisione del testo croato: Milena Špigić

Correzione dei testi : Giulia Codacci-Terlević, Adriana Gri Štorga, Milena Špigić

Stampa: MPS Pula

Tiratura: 500

Pola, 2024.

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